
NATURALISMO E SIMBOLISMO FIGURALE
SILVIA ROCCI
Ha raccontato il mondo con uno sguardo intimo e visionario. Pittrice ligure del Novecento, la sua arte continua a parlare oltre il tempo.
Biografia dell’Artista
Silvia Rocci nasce a Genova, in una famiglia in cui arte e scienza convivono in modo profondo.
La madre, Anna Maria, era pittrice e allieva di Federico Maragliano, mentre il padre, Ubaldo, entomologo e chimico, fu allievo, collaboratore e amico del farmacologo senatore A. Benedicenti.
Dopo aver completato gli studi classici e affrontato alcune gravi vicende familiari che segnarono la sua giovinezza, nel 1938 si trasferisce a Torino. Qui inizia un percorso di formazione artistica più strutturato, frequentando i corsi della scuola di nudo tenuti dall’architetto Pio Cassarino.
In seguito approfondisce lo studio della figura e della pittura dal vero, seguendo le lezioni di Metello Merlo e, in particolare per la figura, quelle di Venanzio Zolla, che influenzeranno il suo stile e la sua sensibilità artistica.


Ogni pennellata racconta una storia, ogni colore diventa un’emozione che prende forma e si trasforma in linguaggio universale.
Scorrendo tra le opere, l’artista invita a varcare le soglie del suo mondo interiore, fatto di sensibilità e visioni intime, e a lasciarsi trasportare da quadri che non si limitano a essere immagini, ma diventano voci silenziose capaci di parlare direttamente all’anima.

Le opere

La sua Arte e le Testimonianze
Critici, giornalisti e appassionati hanno nel tempo cercato di raccontare e interpretare l’arte di Silvia Rocci. Le loro parole, diverse per sensibilità e prospettiva, trovano qui uno spazio comune, in dialogo con la forza espressiva di uno stile che si rivela unico, personale e immediatamente riconoscibile.


“…nitida pittura, frutta di un equilibrio fra il bisogno di dire tutto subito e l’umiltà di dover impiegare una grammatica corretta…”

“…pittura solida, talora quasi maschile, nella tradizione della paesaggistica piemontese…”

“…sogno e fantasia quasi coincidono in una visione non priva di simbolistiche venature…”
Contatti
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“Non è nato nè alle scienze, nè alle arti, nè alla virtù, chi non ama tali cose per se stesse, indipendentemente dalla stima che gliene può venire.
Sarebbe dunque inutile coltivarle con tale disposizione; nè lo spirito nè la vanità possono procurare il genio.”
Vauvenargues, da Riflessioni e Massime, n. 179